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Attacchi di Panico  negli Adolescenti di 13, 14, 15, 16, 17 anni: Sintomi Cause e Cura

16/10/2017
A cura del Dr Gaspare Costa
     
Gli attacchi di panico negli adolescenti rappresentano un problema in costante aumento, il fenomeno è in parte dovuto sia alla maggior attenzione che prestiamo ai nostri ragazzi in termini di cura, alla diffusione, anche nelle scuole,  di figure professionali come Psicologi e Psicoterapeuti che riescono ad intercettare i sintomi delle crisi d'ansia e degli attacchi di panico già in adolescenti di 13, 14, 15, 16, 17 anni, che all'esponenziale livello di stress e richieste di prestazioni ( scuola, sport, stress familiari) a cui i ragazzi vengono costantemente chiamati.


Attacchi di Panico negli Adolescenti, Cosa Sono e Come si Curano


I sintomi degli attacchi di panico negli adolescenti

Gli attacchi di panico si manifestano come episodi d'ansia acuta, dalla durata di circa 10 minuti, la cui intensità innesca uno stato di forte angoscia o di vero e proprio terrore che fa temere di poter morire, svenire, avere un infarto o impazzire; nei bambini e negli adolescenti di 13, 14, 15 anni i sintomi degli attacchi di panico sono prevalentemente nausea, mal di testa, difficoltà a respirare, crisi di pianto inconsolabile, agitazione mentre nei ragazzi più grandi di 16, 17, 18 anni le crisi di panico sono del tutto sovrapponibili a quelli degli adulti compresi i sintomi dissociativi ( derealizzazione e/o depersonalizzazione) a cui vengono associati sia il timore di svenire che di poter perdere il controllo e impazzire.

La crisi di panico nell'adolescente può esordire in maniera improvvisa, a ciel sereno, interrompendo bruscamente la spensieratezza del ragazzo che viene assalito dall'ansia in una delle fasi più importanti del ciclo di vita qual è appunto l'adolescenza; i sintomi dell'attacco di panico negli adolescenti di 13, 14, 15, 16, 17 anni si possono presentare per la prima volta a scuola ( leggi "Gli attacchi di panico in adolescenza a scuola") generando, se non si interviene efficacemente e tempestivamente, tutti quei circoli viziosi di mantenimento (ansia anticipatoria, comportamenti di evitamento, richieste di essere accompagni o riportati a casa prima della regolare fine delle lezioni) che possono seriamente compromettere l'attività scolastica.

Il ragazzo che manifesta i sintomi degli attacchi di panico tende ad essere eccessivamente preoccupato rispetto alla eventualità che lo scenario possa ripetersi ( paura della paura), egli tende ad evitare le situazioni e le occasioni che reputa pericolose come, ad esempio, recarsi in posti lontani da casa, dormire fuori, o intraprendere attività sportive e ricreative; questi adolescenti sentono sia il bisogno di essere rassicurati che di avere vicino a se una presenza che possa intervenire ( salvandoli)  nel caso si dovessero sentirsi male.

L'adolescente di 13, 14, 15, 16, 17, anni che manifestano crisi d'ansia  presentano una forte ansia anticipatoria prima di recarsi a scuola o in un altro luogo considerato  pericoloso, possono manifestare sintomi come la tachicardia, fame d'aria, nausea, mal di testa, sensazione di sbandamento o svenimento, in genere fanno molte assenza e spesso chiedono ai genitori di ritornare a casa prima della fine delle lezioni,  se evitano la scuola o una altra circostanza temuta momentaneamente si tranquillizzano per poi manifestare le stesse paure quando le situazioni si ripresentano alimentando, in questo modo,  i circoli viziosi degli attacchi di panico nei ragazzi.

Considerando che l'adolescenza è una fase importantissima e delicatissima del ciclo di vita la cui funzione principale risiede nel portare a termine il processo di Separazione ed Individuazione, ovvero nel creare le basi per una nuova identità adulta autonoma ed originale, ci si rende conto di come gli attacchi di panico a 13, 14, 15, 16, 17 anni possono ostacolare tale processo privando il ragazzo di quelle esperienze necessarie a distaccarsi dai genitori e a sperimentarsi autonomo.

Questi adolescenti, in seguito alle crisi di panico, sembrano arrestare il loro percorso verso l'autonomia è, paradossalmente, sembrano regredire  verso la fanciullezza dove il bisogno di protezione dei genitori è più forte. L'importanza di un intervento tempestivo alla comparsa dei primi sintomi degli attacchi di panico nel ragazzo si rende necessario non solo per lenire la sofferenza ma anche per non arrestare il sano processo di crescita che potrebbe compromettere la strutturazione di una sana identità.

Un adolescente che presenta crisi di panico e che, comprensibilmente, sente il bisogno di essere rassicurato oppure accompagnato dai genitori o di evitare gran parte delle situazioni per la paura di poter star male  potrebbe sviluppare o accentuare schemi di "Vulnerabilità", "Inadeguatezza", "Passività" (J.E. Young) e altri schemi disfunzionali che potrebbero ostacolare l'espressione del  suo reale potenziale; in questo modo, gli  attacchi di panico a 13, 14, 15, 16, 17 anni  oltre ad ostacolare o impedire le normali esperienze adolescenziali necessarie allo sviluppo di una nuova identità adulta potrebbero incidere negativamente sull'autostima dei ragazzi, sul loro senso di efficacia e capacità di stare ne mondo.

Gli attacchi di panico negli adolescenti: le possibili cause

Le cause degli  attacchi di panico a 13, 14, 15, 16, 17 anni, cosi come quelle degli  adulti, non sembrano essere spiegate da un solo fattore ma, verosimilmente, dal concorso di più fattori che, in un determinato momento, convergono dando vita all'esordio dell'attacco di panico nel ragazzo, tra queste cause si possono annoverare la vulnerabilità all'ansia, lo stress fisico e psicologico e, come fattori scatenanti specifici  della fase adolescenziale la nuova "responsabilità" associata con il diventare adulti e i fattori ormonali che, specialmente nelle ragazze, rivestono un ruolo importante.

1) Vulnerabilità all'ansia. La vulnerabilità all'ansia può essere definita come la predisposizione biologica, più o meno accentuata, a manifestare ansia, questo fattore viene ereditato  dai nostri genitori che, a loro volta, l'hanno ereditata dai propri nonni. Essere vulnerabili all'ansia non vuol dire che sicuramente si svilupperà un disturbo legato ad essa come, ad esempio,  le crisi di panico ma, semplicemente, che si è più predisposti all'ansia, di fatto la sola vulnerabilità non giustifica l'esordio degli attacchi di panico nell'adolescente di 13, 14, 15, 16, 17 anni che necessitano della convergenza di altre cause.

2) Lo stress fisico e psicologico. Lo stress rappresenta una delle cause  più importanti degli attacchi di panico nei ragazzi, come negli adulti, situazione di forte disagio sono quasi sempre presenti prima dell'esordio di una crisi di panico ed utile chiarire che cosa si intende per stress ed in che modo la sua presenza causa le crisi di panico nell'adolescente.

2.1) Stress fisico. Lo stress fisico si riferisce a situazioni, acute o croniche, di malessere fisico legate a malattie, degenze ospedaliere, momentanea invalidità fisica a cui si associa una generale attivazione ed una aumentata sensazione di pericolo; ovviamente, lo stress fisico si ripercuote a livello psicologico poiché la malattia e spesso associata  al dolore, alla costrizione fisica e spesso all'isolamento.

2.2) Stress psicologico. Lo stress psicologico  si  riferisce a quell'insieme di situazioni come, ad esempio, lutti, abbandoni, richieste di prestazioni scolastiche o sportive  vissute come insuperabili etc. a cui si associa un aumento dell'ansia e delle sensazioni somatiche ad essa associata.

La reazione allo stress è, ovviamente, soggettiva e dipende dal grado di resilenza che l'individuo possiede per cui, ad esempio, la morte di un nonno a cui si era molto legati può rappresentare in alcuni adolescenti di 13, 14, 15, 16, 17 anni la causa degli attacchi di panico mentre, per altri ragazzi,  la perdita viene canalizzata in un sano lutto senza che si manifestino crisi di panico. Possiamo immaginare che la morte di un congiunto acquista un nuovo significato nell'adolescente che adesso, grazie alla presenza del pensiero meta-cognitivo, riesce non solo a cogliere il concetto di irreversibilità della morte  ma anche a pensare che tutti dovranno morire compreso se stesso.

Queste nuove capacità di pensare possono inasprire, a seguito ella morte di una persona cara, la paura per la propria salute o per i propri familiari enfatizzando, in termini sintomi pericolosi, le sensazioni associate all' ansia ( tachicardia, cefalea, dolorosi addominali, fame d'aria etc.) che, a circolo vizioso, causano le crisi di panico nel ragazzo. Questa ipotesi potrebbe spiegare come mai gli attacchi di panico a 13, 14, 15, 16, 17 anni sono spesso preceduti dalla perdita di qualcuno di caro a cui può seguire la paura generalizzata dell'abbandono.

Nell' adolescente spesso le crisi di panico avvengono a scuola come esito dell'ansia da prestazione scolastica o di non riuscire a sostenere l'impatto con i compagni di scuola o gli insegnanti, o dedicato a questo argomento un articolo specifico, se sei interessato puoi leggerlo.

3) La Crescita, i fattori ormonali, la responsabilità
L'adolescenza rappresenta una sfida affascinante ma impegnativa, per la prima volta il ragazzo deve mettere in discussione tutto: demolire i vecchi schemi che lo vedevano bambino e convincere i genitori, attraverso il conflitto, che le cose sono cambiate, allo stesso tempo è alle prese con un fisico che non riconosce più dove, tra le altre trasformazione, irrompe perentoriamente la pulsione sessuale che deve imparare a gestire.

Nelle ragazze la comparsa del menarca e lo sbandamento ormonale possono, in alcuni casi, favorire l'insorgenza delle crisi di panico quando altri fattori di stress, associandosi ad esso, aumentano sia la presenza di stati di disconfort che la disponibilità di sensazioni fisiche che possono essere interpretati come sintomi pericolosi  innescando i circoli viziosi degli attacchi di panico. Tra le cause degli attacchi di panico a 13, 14, 15, 16, 17 anni  rientra l'aumentata responsabilità  rispetto sia alle proprie aspettative che a quelle degli altri (genitori, amici, partner) a cui, normalmente, si associa un aumento dei livelli di ansia in circolo e delle relative sensazioni che, nel ragazzo predisposto, possono innescare il circolo vizioso delle crisi di panico.

La vita dell'adolescente è molto più complessa di quella del bambino, egli ha ora un potere decisionale che prima non aveva, lo slancio verso l'autonomia da una parte lo spinge a prendere decisioni, spesso in contrasto con  i genitori, mentre dall'altra parte egli si sente carico di nuove responsabilità e di ansia; anche la vita sociale è molto più complessa di prima, adesso i genitori non sono più le figure di riferimento essendo stati sostituiti dal gruppo dei pari prima e dal partner dopo. Tutte queste trasformazioni possono indubbiamente ledere l'equilibrio psico-fisico  del ragazzo e, negli adolescenti predisposti, le crisi di panico possono rappresentare l'espressione di questa crisi.

La Cura degli attacchi di panico in adolescenza

Come abbiamo visto gli attacchi di panico in adolescenti di 13, 14, 15, 16, 17 anni sono in netto aumento, questo dato è probabilmente il frutto sia di una maggior attenzione che riserviamo alla salute psicologica dei nostri ragazzi che ad un aumento del disagio  contemporaneo che rende l'adolescenza una delle fasi più critiche e delicate dell'intero ciclo della vita dell'uomo.

Quando si ha il sospetto che i ragazzi manifestano i sintomi delle crisi di panico è importantissimo intervenire tempestivamente, con delicatezza ed efficacia, affinché si interrompono il prima possibile  i circoli viziosi che alimentano gli attacchi di panico ( ansia anticipatoria, condotte di evitamento, richieste di rassicurazione etc.), il Disturbo da Attacchi di Panico preso nell'immediatezza dell'esordio è molto più facile da risolvere rispetto ad un disturbo cronicizzato.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale ( CBT) è riconosciuta, assieme al Trattamento Farmacologico, come la terapia più efficace per la cura degli attacchi di panico (American Pshychiatric Assosecion ) basata su dati Evidence Based, ovvero comprovati da Studi Scientifici che né attestano l'efficacia. Almeno ché non sussistono sintomi gravi ed invalidati ( magari complicati da depressione), nella cura degli attacchi di panico a 13, 14, 15, 16, 17 anni  la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è preferibile agli Psicofarmaci per almeno tre motivi:
1) Assenza di effetti collaterali.  Gli Psicofarmaci possono risultare molto efficaci ma, oltre ad avere un grande probabilità di ricaduta alla sospensione, possono presentare effetti collaterali particolarmente sgraditi agli  adolescenti come, ad esempio,  le Disfunzioni Sessuali ( calo della libido, ritardo  o  assenza dell'orgasmo) o l'aumento del peso corporeo. Considerando l'importanza che la sessualità e l'immagine corporea assumono in adolescenza sembra ovvio, almeno di casi particolari, affidarsi ad una Psicoterapia che, oltre a risultare molto efficace non presenta effetti collaterali.

2) Efficacia e "Immunizzazione". La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale non solo si dimostra più efficace dei farmaci  nella cura delle crisi di panico a 13, 14, 15, 16, 17 anni ma garantisce un tasso di ricaduta alla sospensione molto inferiore al Trattamento Farmacologico; in altre parole, un protocollo CBT fatto bene "immunizza" i ragazzi da possibili ricadute nel disturbo.

3) Revisione Positiva degli Schemi Adolescenziali. Il motivo più importante per scegliere una Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nella cura degli attacchi di panico nei ragazzi o, quantomeno associarla al Trattamento Farmacologico, risiede nel fatto che l'adolescenza è una fase delicatissima del ciclo di vita dove lo Psicoterapeuta ha la possibilità di "riparare" eventuali schemi disfunzionali che stanno alla base dell'espressione del disagio.

Di fatto l'adolescenza è "una malattia normale" che richiede un grosso travaglio  al  termine del quale  verrà generata nuova identità che, pur mantenendo una linea di continuità con la precedente, assumerà le caratteristiche del Sé adulto; questo processo, di per se difficile, può essere ostacolato da eventi contingenti  ( lutti, abbandoni, malattie, eccessiva conflittualità con i genitori, ansia da prestazione) che possono ulteriormente disturbare  la fase di"Separazione-Individuazione).

Lo Psicoterapeuta, nella cura degli attacchi di panico di ragazzi di 13, 14, 15, 16, 17 anni può assumere agli occhi dell' adolescente il ruolo dell'adulto "buono" che accoglie, senza giudicare, i propri disagi e vulnerabilità favorendo l'alleanza terapeutica e la ristrutturazione di credenze funzionali a discapito di Schemi mal adattivi.  La Psicoterapia con gli adolescenti può essere considerato, secondo la mia personale esperienza, un "laboratorio" straordinario dove è possibile aiutare, a partire dalla sofferenza prodotta dai sintomi degli attacchi di panico, a far crescere nel modo migliore i nostri ragazzi
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